Filtrazione dell’olio d’oliva: un passaggio essenziale per preservare la qualità nel tempo
Quando si parla di olio extravergine di oliva, la qualità non dipende solo dalla cultivar o dal processo di spremitura, ma anche dalle scelte fatte nelle fasi successive alla produzione. Tra queste, la filtrazione è uno dei passaggi più importanti per garantire che l’olio mantenga nel tempo le sue caratteristiche di gusto, profumo e stabilità.
Olio filtrato e olio non filtrato: cosa li distingue
L’olio appena ottenuto contiene ancora microscopiche particelle solide (frammenti di polpa, buccia o nocciolo) e piccole gocce d’acqua di vegetazione. Questi elementi rendono il prodotto torbido conferendogli un aspetto rustico: è il cosiddetto olio non filtrato.
Questo tipo di olio è spesso percepito come più genuino. Tuttavia, quella stessa torbidità che ne caratterizza il fascino visivo può diventare il suo punto debole. Con il passare del tempo, le particelle residue e l’umidità favoriscono fenomeni di fermentazione e ossidazione, alterando colore, profumo e gusto dell’olio, e riducendone la durata di conservazione.
La filtrazione serve proprio a eliminare queste impurità, rendendo l’olio più limpido, stabile e duraturo. Si tratta di un processo delicato ma fondamentale per preservare nel tempo la qualità del prodotto.
Si tende, purtroppo, ad associare erroneamente la filtrazione a un processo “industriale” che impoverisce l’olio. In realtà, un olio extravergine filtrato di qualità conserva intatti tutti i suoi nutrienti e aromi naturali, semplicemente garantendo una maggiore purezza e una più lunga vita utile.
Possiamo concludere dicendo che l’olio non filtrato esalta il gusto immediato dell’olio nuovo, ma è destinato a essere consumato in breve tempo; l’olio filtrato, invece, è pensato per chi desidera un prodotto stabile e affidabile, che mantenga inalterate nel tempo le sue proprietà.